Accogliamo e rilanciamo la suggestione avanzata dal Direttore del Centro Pannunzio, Professor Pier Franco Quaglieni, di nominare Guido Ceronetti Senatore a vita. Il nostro Inquieto dell’Anno è una leggenda della cultura italiana e non vi sono parole per descriverne la grandezza intellettuale e morale. La nostra politica e le nostre Istituzioni hanno bisogno di uno spirito libero come Lui per ridare forza alla cultura come fattore di risanamento morale e crescita civile del Paese. Questo, peraltro, è l’obiettivo su cui per tre giorni ha lavorato la Festa dell’Inquietudine. Dall’omaggio all’eroismo civile di Enzo Tortora, passando per la consegna del premio Gallesio all’Arch. Paolo Pejrone, e della medaglia ricevuta dal Presidente della Repubblica a Francesca Scopelliti, fino alla consegna del Premio Inquieto dell’Anno a Ceronetti, abbiamo voluto tenere un profilo culturale vibrante con argomenti e Relatori fuori dalla solita compagnia di giro. Ascoltare in un Auditorium affollato le risultanze delle ricerche su Virtù e Conoscenza condotte dagli studenti del Liceo Issel nel corso dell’anno; vedere la gente in attesa dell’apertura dei cancelli per poi assistere alla Conferenza sul sito di Gobekli Tepe; aggirarsi nel Primo Chiostro e osservare i volti rapiti delle persone mentre si parla di Genetica o Bisanzio o di D’Annunzio, fa capire che ognuno di noi ha bisogno di crescere con la cultura. Perché come dice Ceronetti: “Qualche buona massima storica al momento opportuno, in greco o in latino, un distico saffico, allontano la corruzione” e combatte la “Pirlapolitick”.