Edoardo Boncinelli, Gino Paoli, Luciano Canfora, Raffaella Carrà, Massimo Gramellini, Renato Zero, Gian Antonio Stella, Don Luigi Ciotti, Elio delle Storie Tese, sono solo alcuni nomi delle più grandi personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che sono stati con noi alla Festa dell’Inquietudine in questi anni. Perché loro, come altri e più che altri, personificano quell’Inquietudine creativa, ma che certo può attingere anche da fatti angosciosi, che è alla base di un viaggio particolare, quello di conoscenza. Un viaggio teso alla ricerca di ciò che è sconosciuto, spesso invisibile, un viaggio teso ad andare oltre i limiti, perfino, della propria semenza. Questa è l’Inquietudine che anima secondo la nostra sensibilità queste interessanti personalità e questa è la nostra Inquietudine: conoscenza e crescita culturale e sentimentale. L’Inquietudine per noi caratterizza, si, chi vive stati d’angoscia o d’ansia, chi partecipa ai drammi dell’umanità contemporanea e, ancor più, chi ne è afflitto direttamente, ma è per noi anche uno sentimento dinamico che avvolge e pervade chi ama, chi è tormentato dalla creatività artistica, chi è pervaso dal dubbio, chi è affascinato dal mistero, chi è sedotto dalla vita.
Ogni anno chiediamo ad ospiti autorevoli di partecipare alla Festa per riflettere con loro su questo “viaggio” di cui ogni volta indaghiamo un aspetto diverso – le radici, l’eros, i limiti, il futuro – con intensità e da varie angolature. Con loro, certamente Inquieti, svisceriamo e condividiamo le tante inquietudini che attraversano l’uomo contemporaneo e che caratterizzano questo periodo storico. Perché i modi di essere inquieto sono diversi, così come varie sono le cause delle nostre inquietudini.
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