Ramin Bahrami
Inquieto ad honorem – Inquieto dell’Anno 2013
Il Circolo degli Inquieti, a conclusione della Festa dell’Inquietudine in cui il tema conduttore è stata la Fuga, è lieto di proclamare come Inquieto dell’anno 2013 il Maestro Ramin Bahrami
Nella sua figura, nonostante la giovane età, si incarnano, infatti, vari aspetti che coniugano l’Inquietudine con la Fuga.
Egli stesso, ricordando la sua esperienza, ama sottolineare come abbia trovato, ancor fanciullo, nella musica di J.S. Bach un aspetto religioso. Una musica fatta di regole, un complesso di obblighi capace di legare umano e divino, di rappresentare uno stimolante viaggio iniziatico e, nel contempo, un suggestivo rifugio. J.S. Bach pur non avendo mai lasciato i suoi luoghi natali concepì armonie che comprendevano regole teutoniche, il modo italiano e la cultura levantina. Un percorso inverso ha portato nel suo viaggio-fuga il giovane Ramin, dall’altopiano iranico ad approdare e studiare in Italia ed ora a risiedere in Germania.
Tra le note di Bach, Ramin Bahrami trova quel contatto tra mondi in apparenza antitetici ma, in realtà, connessi come l’oriente e l’occidente e che solo il frangente di eventi politici mette in conflitto. Un frangente in cui il nostro Inquieto apprende con dolore un’altra accezione della fuga: quella del dramma storico e familiare; della separazione dagli affetti e dalla sua terra.
In Ramin Bahrami, tuttavia, l’Inquietudine già spirava potente e ancor più si rafforzava in Lui il bisogno di tenere uniti i caratteri culturali di mondi diventati separati e di ricercare una perfezione artistica che ne fosse la sintesi.
Fonte sorgiva ne è stata sia l’esempio dei Grandi sia, riteniamo, quel miracolo artistico costituito dal’altare barocco d’oriente della cui eccellenza si sono certamente nutriti occhi e sensibilità del giovane Ramin.
È il barocco, infatti, lo stilema bachiano. E come in architettura esso riesce a ben coniugare materiali nobili come il marmo e il legno con il gesso per realizzare le sue volute più ardite, in musica – la più immaterica delle arti – il Maestro trasforma questi disegni in una fuga anche spaziale e di luci capace di trasmetterne l’essenziale nonché il profondo spirito religioso.
Questo ha fatto e fa il Maestro Bahrami. Questo lo rende un Inquieto in fuga.
E, per questo noi, in Lui riconosciamo e a Lui affidiamo anche il compito di diffusione del messaggio – che pervade questa motivazione – di armonia degli opposti, di amore dei diversi, di complementarietà dei mondi.
Del resto, pur avvalendosi dell’arte più impalpabile che è, appunto, la musica, tutto nasce da un suono, da una vibrazione che – come la guglia di una cattedrale – ci eleva dalla nostra condizione terrena ad una dimensione ultraterrena. E l’ascolto di Bach e del suo esecutore Bahrami, ci rendono consapevoli che la fuga dal caos della quotidianità rappresenta un bisogno di raggiungere equilibri più alti e nobili.
Per queste ragioni il Circolo degli Inquieti è onorato di annoverare tra i Suoi interpreti più significativi Ramin Bahrami, Maestro di Armonia tra mondi e culture.
Finale Ligure, 18 maggio 2014