Felicità ed Inquietudine, “Malgré la merde, je crois”

Elio Ferraris

Che cos’è la felicità? E cosa ne sappiamo?
E per gli inquieti cosa vuol dire essere felici? Significa trovare “quiete”, “tranquillità”? O significa essere in una condizione di “in-tranquillità”? La quiete è sinonimo di felicità? O non lo è forse di più l’inquietudine? (almeno così come la celebriamo noi addirittura con una Festa o con l’aforisma di Julien Green “Finché si è inquieti, si può stare tranquilli”).

Di certo l’inquietudine non è stato di felicità per Bernardo Soares – il protagonista del Livro de desassossego di Fernando Pessoa – che soffre silenziosamente di “una perdita o una privazione: la mancanza di sossego, cioè di tranquillità e di quiete” che lo rende incompetente a vivere. E di certo “sappiamo che ogni popolo e ogni epoca ha avuto il suo concetto di felicità” e la sua illusione su come raggiungerla, che costituisce un potente fattore di inquietudine.

La felicità secondo Domenico de Masi e Oliviero Toscani.

Di recente è uscito un libro che ci può aiutare a capirne un po’ di più: La felicità di Domenico de Masi e di Oliviero Toscani.
Davvero curiosa l’informazione in questo Paese.
Espone a grandi titoli, con il ritegno malizioso di una esperta donzella d’altri tempi, le provocazioni di Oliviero Toscani su Anorexia o Mafia e fa finta di non accorgersi di questo bel libro che narra di felicità con parole ed immagini come nessuno ha mai fatto. Forse nessuno parla del libro perché nessuno se la sente di parlare di felicità? Eppure, proprio come dicono gli Autori: “Sappiamo che, da sempre, la felicità resta un’aspirazione naturale, un assillo incessante, una cocciuta speranza. Alcuni cercano la felicità su questa terra, altri la rinviano ai mondi ultraterreni. La felicità sta soprattutto nella mente di chi la prova, così come la bellezza, sta soprattutto negli occhi di chi la guarda”.
La felicità, insomma, riguarda tutti, anche chi non ce l’ha, chi crede di non averla mai avuta e chi crede che non la proverà mai.
Gli autori non si azzardano a dare una definizione di felicità.

Felicità è libertà

Il nostro Inquieto dell’Anno – il fotografo immaginatore Oliviero Toscani – ha due sole certezze: a) che “nessuno immagina la felicità in bianco e nero” e per questo fa un libro colorato b) che “nessuno ha un’idea precisa della felicità” e per questo preferisce colori sfumati. Ma questo non toglie che il paradiso che Toscani immagina – e che sa che esiste, ed è questa terra come sostiene “il maestro” nella citata La rosa di Paracelso di Borges – è la bellezza che sta nei suoi occhi. I colori (non sempre poi così sfumati) accompagnano il visitatore del libro con gioia, leggerezza, lo fanno volteggiare in un caleidoscopio insieme ai frammenti che magicamente si ricompongono, richiamano le note dei Pink Floyd, le pagine della Beat generation, la psichedelia come pura e vera manifestazione della mente.
Non vi è allucinazione, non vi è evasione dalla realtà, vi è solo, ma potente, la convinzione che “ la felicità è sempre e comunque libertà”.
De Masi, illustre studioso dei problemi sociologici connessi all’organizzazione, alla creatività e all’estetica, analizza il tema – per cui Darrin M. McMahon con la sua Storia della felicità ne è il dichiarato ed autorevole compagno di viaggio – suddividendolo in ben 12 ariosi capitoli ricchi di citazioni e penetranti inquadramenti storico-sociologici.

 Nuovo concetto di “lusso”

Di straordinario interesse gli ultimi tre – gli amici della felicità; dieci trend; sei propositi – in cui vengono tracciate alcune linee che caratterizzeranno il nostro futuro. E tra questi ci piace citare: quel nuovo concetto di “lusso” patrimonio di chi saprà coltivare “l’intima gioia della bellezza collegata al sapere, ai ritmi calibrati, all’introspezione, alla convivialità, al gioco; quel modello di vita latino, contrapposto a quello americano ed islamico, “basato sul sincretismo, sull’intelligenza emotiva, sull’accoglienza, sulla sensualità, sull’allegria, sull’estroversione” e quel “fantasma gioioso che si aggira per il mondo: il fantasma dell’ozio creativo”. Il 2020 viene assunto come riferimento dei 10 trend.
Allora, forse, sarà possibile comprendere meglio il proposito – il sesto – con cui gli Autori, insopprimibili sovversivi, chiudono il libro con l’urlo di Maurice Bejart:
“MALGRÉ LA MERDE, JE CROIS”.
Il libro: La felicità di Domenico De Masi e Oliviero Toscani
www.lasterpaia.it €.15,00

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