Una Fondazione dell’Unione Italiana delle Camere di Commercio, prestigioso soggetto del Sistema Statistico nazionale, porta il nome di un illustre statistico ed economista, Guglielmo Tagliacarne. Il nuovo Presidente, Luciano Pasquale, è Socio Onorario del Circolo degli Inquieti. Siamo lieti di proporre in anteprima ai lettori de La Civetta riflessioni e linee di ricerca.
A cura di Elio Ferraris
Dal 1986 l’Istituto Guglielmo Tagliacarne è una Fondazione dell’Unione Italiana delle Camere di commercio che promuove la cultura economica nel nostro Paese. Il nome di Tagliacarne, però, era molto noto fin dagli anni ‘50 tra chi, per motivi di lavoro e di studio, aveva necessità di ricorrere a dati fondamentali per capire l’economia italiana. Che rapporto c’è tra la Fondazione che ora Lei presiede e la personalità a cui è dedicata?
L’Istituto Tagliacarne è nato per dare continuità a uno dei capisaldi fondamentali della produzione statistica del Professor Guglielmo Tagliacarne, ovvero quella della produzione della ricchezza e della diffusione del benessere su scala territoriale. Tagliacarne è stato il primo in Italia a comprendere che il concetto di valore medio nazionale poco si adattava a un Paese come il nostro, che ha le montagne più alte d’Europa e contemporaneamente oltre 15.000 km di coste, che ha alle sue spalle una storia fatta di diversi modelli di sviluppo economico e sociale tra Nord e Sud, che ha sistemi imprenditoriali dalle caratteristiche strutturali differenti come riflesso delle tendenze evolutive seguite dalle comunità territoriali. Oggi, l’Istituto ha nel suo DNA il monitoraggio dello stato di salute dei territori, portando avanti le valutazioni sul reddito prodotto ideate dal Professor Tagliacarne oramai 60 anni fa, alle quali si sono poi aggiunte altre valutazioni a valenza maggiormente sociale, come ad esempio il reddito disponibile.
Franco Modigliani, unico italiano a vincere un Nobel nel 1985, diventò cittadino americano fin dal 1946. Prima di lui Piero Sraffa – che vinse nel 1961 la medaglia Söderström dell’Accademia reale svedese, da cui poi nacque il premio Nobel per l’economia nel 1969 – si trasferì a Cambridge già nel 1927. Oggi nella classifica dei migliori economisti italiani redatta dalla Banca dati Ideas RePEc troviamo due italiani Alberto Alesina al 25° posto e Luigi Zingales all’88°; il primo insegna a Harvard e il secondo a Chicago. Come si promuove la cultura economica in un Paese come il nostro che non sembra essere un Paese per economisti?
Non è un problema solo del sapere economico ma anche di altri ambiti, non solo scientifici. In Europa, l’Italia è 17 esima come incidenza della spesa per ricerca e sviluppo sul Pil. Ed è agli ultimissimi posti tra i paesi dell’Occidente industriale. I nostri migliori talenti (ieri come oggi) ricevono dall’estero importanti offerte di collaborazione che in Italia faticano spesso a trovare. In campo economico, è vero che molti fiori all’occhiello lavorano al di fuoridei nostri confini ma è altrettanto vero che abbiamo comunque eccellenze che si sono formate e sono rimaste nel nostro Paese. Guido Tabellini, Roberto Perotti, Francesco Giavazzi e Tito Boeri (recentemente nominato presidenti dell’INPS), secondo quanto afferma una graduatoria realizzata da un’associazione di accademici italiani all’estero, sono tra i nostri economisti di punta e lavorano in Italia pur avendo comunque importanti contatti e riconoscimenti all’estero.
La fondazione Tagliacarne svolge ogni anno una importantissima ricerca sulla qualità della vita nelle diverse aree del Paese. Cosa emerge dall’ultima classifica e cosa è cambiato dal 2008, data di inizio della crisi?
L’Istituto Tagliacarne, con le sue informazioni statistiche originali a livello territoriale, è da tempo una fonte di primaria importanza nell’ambito di ricerche
sulla qualità della vita quali quelle condotte da IlSole 24 Ore e Italia Oggi. Ad esempio, nella scorsa edizione dell’indice prodotto dal Sole 24 Ore la Fondazione ha offerto un contribuito determinante in termini di indicatori di base. Tanto da poter dire che la crisi ha sostanzialmente prodotto un effetto: il peggioramento delle condizioni complessive degli italiani, confermato non solo dagli indicatori più noti – come, ad esempio, l’andamento del Pil – ma anche da fenomeni meno noti e studiati dall’Istituto, come la povertà. Le faccio un esempio su tutti. Fra 2010 e 2013, l’andamento delle vendite in quantità della benzina e del gasolio ha subito un crollo compreso fra il 15 e il 20%. Crisi o non, quello che sembra invece immutabile è la tendenza all’allargamento dei gap fra Nord e Sud. E non è un discorso di assorbimento di risorse da parte della criminalità. Infatti, recenti ricerche condotte dall’Istituto evidenziano una trasversalità territoriale del fenomeno che tocca tanto le regioni settentrionali quanto quelle meridionali. Le cause dell’ampliarsi dei divari vanno cercate quindi (anche)
altrove. Alcune di queste legate ad alcune debolezze strutturali del tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno, che frena i processi di innovazione e di internazionalizzazione (oggi abbiamo regioni del Sud che, di fatto, quasi non esportano) e carenze infrastrutturali sia sul fronte dei trasporti che dell’offerta di servizi avanzati alle imprese. Un esempio su tutti, il digital
divide, che rischia di tagliar fuori intere aree del Paese dalla competizione mondiale, ormai sempre più giocata sulla presenza sul web.
L’incarico che ha assunto è di notevole prestigio ma anche di grande impegno. All’esterno Lei non offre l’immagine dell’innovatore ma io che La conosco da anni so che non ama le acque stagnanti. Da buon Inquieto le incresperà. Ci dà qualche anticipazione?
Personalmente mi sono da sempre impegnato per essere, professionalmente e culturalmente, contemporaneo. Ciò implica il mantenimento continuo dell’equidistanza tra il conservatorismo fine a se stesso e l’avanguardismo ideologico. Sono un convinto assertore dell’importanza dell’esperienza e della memoria, utili soprattutto per evitare di ripetere gli stessi errori.
Al tempo stesso ritengo che senza l’intuito e la capacità di visione si corre il rischio grave di combinare nulla, in qualsiasi campo dell’economia e della società nel quale ci si trovi ad operare. L’esperienza che sto vivendo all’Istituto Tagliacarne è appassionante proprio perché a questa struttura del sistema delle Camere di Commercio è stato affidato il compito di indagare, con rigore scientifico, i fenomeni economici e sociali che influiscono sulla vita delle imprese e delle persone. Il complesso e repentino cambiamento che caratterizza questi anni deve essere esplorato fino a conoscerne le cause più intime al fine di individuare le misure idonee a governarlo.
Dalla demografia alla globalizzazione dei mercati, dalla legalità ai modelli di sviluppo locale, dalla competitività dei sistemi territoriali all’innovazione delle infrastrutture materiali ed immateriali; tutti i vari aspetti debbono essere affrontati con metodologie di ricerca anche nuove, finalizzate a produrre un rafforzamento significativo delle capacità di governo a tutti i livelli. L’Istituto Tagliacarne ha capacità uniche di indagine e di elaborazione a livello sub regionale e può svolgere un ruolo determinante nel migliorare la conoscenza delle realtà economiche e sociali, coniugando esperienza ed innovazione. Per me è un’esperienza intrigante che vivo con la consapevole inquietudine di poter appagare, almeno in parte, la mia sete di conoscenza.
Luciano Pasquale, nato nel 1950 a S. Sebastiano Curone (AL) da famiglia contadina. Laureato in Scienze Politiche inizia a lavorare nel 1974 come impiegato all’Ufficio Studi dell’Assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte. Dal 1977 al 1982 è responsabile dell’Ufficio Trasporti e Territorio della Federazione Regionale degli Industriali del Piemonte e, quindi , fino al 2012 Direttore dell’Unione Industriali della Provincia di Savona. Per 10 anni Presidente della Fondazione A. De Mari Cassa di Risparmio di Savona, attualmente ricopre gli incarichi di Presidente della Cassa di Risparmio di Savona e di Presidente della Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Savona. Il 24 gennaio 2015 è stato nominato presidente dell’Istituto Tagliacarne di Roma.
Elio Ferraris, ideatore e cofondatore del Circolo degli Inquieti di cui è tornato ad essere Presidente. Ha, altresì, ideato e diretto le prime sette edizioni della Festa dell’Inquietudine. Dal 1992 al 2009 ha svolto l’attività di piccolo editore. Precedentemente ha ricoperto ruoli di direzione a livello locale e nazionale in politica e in aziende. Laureato in Sociologia all’Università di Trento.