INQUIETUDINE SPARSA E MANIFESTA

Siamo spiriti inquieti, ammettiamolo. Improvvisamente possiamo rimettere tutto in questione, chiederci se ha senso quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo. Buttare l’obsoleto e l’inadeguato, costruire il nuovo: così si spiega la tappa a Millesimo.

E fu a Millesimo inquietudine ovunque, nella colorata piazza centrale, presso il Castello e i giardini di Villa Scarzella, nella fiabesca atmosfera del Monastero. Che poi più lo guardi e più lo scopri, questo antico borgo, con la sua timida ma ricca e accogliente urbanità. Ponti, portici, muri in pietra e mattone, o colorati, porte, tetti, scorci, dapprima se ne stanno lì, come sapessero che sapranno sorprenderti. Gente che esce dalle piccole botteghe con buste da cui sbucano ciuffi di ravanelli, rasenta i muri dei palazzi, ti fa spazio. Così, in questo nuovo wormhole plasmato per l’occasione, abbiamo iniziato con una liaison classica, ma cui nessun inquieto doc può resistere, quella tra i sapori e i saperi.

Gli ingredienti? Chili vari di gastronomia del territorio – zucca, miele, tartufi, verdura, liquori – del marchio “Terre di Bormia”; decilitri di spumanti prodotti con metodo classico da degustare con la cura di Andrea Briano di O.N.A.V.; strizzata di un grosso cervello quale quello di Francesca Rigotti che col cibo “liscio” ci invita ad una sana alimentazione, anche se dello “striato” ci sono rimasti i segni addosso. D’altronde l’obesità è una malattia del nostro oleoso tempo. Tutto è manifesto, il cibo pare però solo un pretesto. Wormhole abbiamo detto. Si un campo elettromagnetico che ha attratto a sé anche questioni sul Bosone di Higgs, che non chiamiamola particella di Dio che se no agli scienziati passa la voglia. Ma lei, Daniela Rebuzzi, è entusiasta di questo mondo ancora tutto da scoprire, che mette insieme l’Europa e il mondo intero e dà lustro alla ricerca italiana. E anche la platea ha avuto i suoi perché da avanzare, i suoi contributi da dare, mentre io guardandola immaginavo una distesa di scalpi bianchi e grigiastri.

Pensavo fossero tutti di “una certa età” (mi prendo tutte le responsabilità …), invece, erano tutti scienziati … La scienza ci piace certo, ci siamo divertiti un sacco con gli esperimenti di Matteo Pompili di Tecnoscienza e di Doriana Rodino: ora guardiamo il lievito di birra da un altro punto di vista, ci sembra un po’ più umano. Neuroni espansi anche tra i tre in fuga dall’ovvio Edoardo Boncinelli, Ugo Nespolo e Valerio Meattini che si sono portati oltre il saggio “Assonanze e dissonanza sulla fuga”, tema della Festa 2014, che dovevano presentare. Che poi si pensava che Nespolo avesse preferito fare del concetto un’applicazione contestuale, una perfomance della fuga, piuttosto che una diserzione, ed invece poi è arrivato bello come il sole (non si sa come faccia sempre così di nero vestito). Coppia scoppiettante poi Edoardo Boncinelli e Valerio Meattini, a cucire e scucire dialoghi come Platone. Che poi Boncinelli e Nespolo ci fanno sapere che loro dormono benissimo la notte e che il mattino partono sempre con una gran voglia di fare. Ma questo non era chiaramente il punto, piuttosto solo un satellite informativo orbitante intorno ai cervelli celesti. Vero melting pot poi l’incontro tra Gherardo Colombo e Shel Shapiro sul tema del perdono. Non abbiamo capito bene, diciamo la verità, tranne che il perdonare è un percorso difficile, talvolta lungo e inquieto, attraverso il quale non si cancella il male che è stato perpetrato ma si tenta di superarlo per non perdere una relazione che in fin dei conti pensiamo valga la pena di salvare. Sicuramente vale salvare invece il nostro rapporto con la natura, curare con amore i giardini e ogni loro fiore. Ce lo insegna Gianfranco Giustina insignito ad Un Millesimo di Inquietudine con il Premio Gallesio direttamente da Paolo Pejrone. Il più grande giardiniere del mondo – lo ha riconosciuto la Royal Horticultural Society di Londra anno scorso – racconta di quel episodio, che guardandogli quel sorriso amorevole e fiero pare essere innamorato. Di quel cipresso dell’Himalaya, alto venticinque metri e largo sette e mezzo, sradicato da un fortunale: “non ci siamo mai arresi e ora sta sempre meglio”. Felice. Felici. La festa si è conclusa poi in maniera vibrante.

Vibrazioni ad alte frequenze con la simpatia delle “spione” Nelly Mazzoni e Paola Maritan e l’istrionico Marco Pesatori che dice NO all’astrologia viziosa, dell’abitudine, del carattere sempre uguale a se stesso; che poi “i segni zodiacali non esistono”, ma se esistessero sarebbero così, due punti. Perché sì, anche l’astrologia è scienza (detto e ridetto dal palco a Boncinelli per paura che non capisse!), ma soprattutto anche l’astrologia è fine filosofia se la si fa come Pesatori. Ci avete fatto troppo ridere, grazie, che dei peccati compiuti ci avete fatto dimenticare. E grazie anche al Quartet Caruso, Pizzorno, chitarre, Fiello sax, Steve Roti The Voice. Divagazioni musicali in tema che ci hanno fatto viaggiare all’unisono lungo le stesse vibrazioni. E qui vi prego, se è vero che vi siete uniti in Deadly Sins Quartet solo per l’occasione, solo per Un Millesimo, vi prego, concedeteci almeno un “bis”. Insomma, grazie a tutti gli ospiti che credono nella nostra idea di Inquietudine e che ricambiamo con la nostra stima e il nostro affetto, e anche a Elio Ferraris President, il più inquieto di tutti, si sa.

E infine grazie, ma non in ultimo, alla inquieta personalità di Valeria Golino, che ci ha restituito più di qualsiasi altro Inquieto dell’Anno la vivida immagine dell’essere inquieto. Siamo stati molto contenti di averla avuta con noi e la ringraziamo ancora per la sua sobria presenza, intelligenza, per la sua simpatia e la sua magica espressione. Come noi è una nomade culturale, sempre pronta a partire per destinazioni insolite, come testimonia la sua storia. “Irregolari appassionati sfuggenti impegnati”, inquieti ‬come Valeria Golino. Così siamo.

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