In “Questione meridionale” ho scritto cose che riguardano vari momenti della storia presente che ho vissuto direttamente, e della storia del passato che ho appreso attraverso ricostruzioni e ricerca di tracce. Riaffiorano così alla mia mente e alla mia immaginazione i volti e le storie di personaggi maledetti, uccisi e cancellati dalla storia, come Ninco Nanco e Michelina De Cesare, combattenti meridionali abbattuti dall’esercito sabaudo al tempo dell’Unità d’Italia, che avevano osato contrapporsi alla campagna militare sicuramente irrispettosa e ignorante delle istanze della cultura diversa dei contadini del sud.
La storia dei briganti si collega a una storia del presente, per esempio alla straordinaria storia dell’”onda verde” della primavera araba, che rappresenta un fatto nuovo e inatteso che ha avuto la potenza di avviare un cambiamento epocale. Dopo un concerto a Casablanca nel febbraio 2011, ho deciso di parlare di un sud che finalmente si muove, di una nuova gioventù che da sola si prende le cose che le spettano, e ho dedicato una ballata alla giovane pianista iraniana Neda Soltan, uccisa nel luglio 2009 da un cecchino che l’ha colpita mentre pacificamente sfilava in una manifestazione a Teheran, per la strada; quella drammatica scena, rimandata via internet, ha rappresentato la prima scintilla di una grande rivolta.
E oggi queste storie estreme del presente e del passato rientrano nel ritmo aggregante di una comunicazione musicale che culmina nella festa: sono le feste delle piazze del sud Italia (a cui ho dedicato il brano “Balla la nuova Italia”) e di tante piazze del mondo che lanciano i loro segnali di una scelta spontanea e alternativa.
Eugenio Bennato in concerto