Valerio Massimo Manfredi

Valerio Massimo Manfredi

Inquieto ad honorem – Inquieto dell’anno 2017

Il Circolo degli Inquieti premia in questo anno per il 2017 Valerio Massimo Manfredi, come Inquieto dell’anno.
Si potrebbe essere tratti in errore etichettandolo come un noto divulgatore. In effetti il suo ruolo di conduttore televisivo di programmi di grande ascolto, lo hanno fatto conoscere al vasto pubblico in questa veste. Chi frequenta le librerie lo conosce per i suoi romanzi storici, tradotti in tutto il mondo, con molti milioni di copie vendute. Ed ancora i suoi soggetti sono serviti a sceneggiare opere cinematografiche e televisive. Ma questa sua grande notorietà non deve celare chi è veramente il Nostro Inquieto. Laureato in lettere classiche all’Università di Bologna con una specializzazione in Topografia del Mondo Antico all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha pubblicato molti articoli e saggi sulle più prestigiose riviste del settore. Uomo di azione, opera in scavi archeologici in ogni angolo del mondo, e tiene conferenze e seminari in alcuni dei più prestigiosi atenei.

Proprio per questo, leggere le sue pagine o ascoltare una sua prolusione, porta ad affrontare gli argomenti sotto il più rigoroso aspetto storico-scientifico, con  riferimenti alle fonti, come in un saggio, con il raro potere di avvicinare pubblico che i saggi non li approccerebbe mai. Viene da paragonare chi, con i moderni metodi, ricostruisce un volto a partire dal cranio, aggiungendo muscoli, tendini e cute per presentarne le fattezze. Valerio Massimo opera nello stesso modo, sovrapponendo allo scheletro dei fatti e della storia quei substrati che non sono solo credibili, ma fortemente ipotizzabili, per calarci in quelle vicende epocali.  Fatti che servono per farci capire da dove veniamo e perché l’uomo ha quelle pulsioni che sono tipiche dell’inquietudine.

Calato nell’epopea omerica, ricostruisce, senza mai discostarsi dai versi, i sentimenti, le vicende e le pulsioni di un archetipo del viaggiatore e dell’inquieto qual è Ulisse. O come quando ricostruisce le ambizioni ancor fanciullesche di quel principe e dei suoi compagni, che dalle aule dell’Accademia aristotelica, sognano di conoscere, prima ancora che conquistare il mondo. Grande Alessandro! Ed interpretando il sogno, apparentemente visionario di Augusto che progetta di conquistare le terre dal Reno all’Elba, avendo già in mente il chiaro disegno di una Europa, che ora trova difficile ricondursi a questa identità. Sogno infranto dal tradimento che porta alla distruzione a Teutoburgo, dell’élite dell’esercito romano. Fino alla sua ultima opera, che  ricostruisce le vicende negli anni sessanta del secolo scorso di un missionario guerrigliero nel Congo, tuttora testimone vivente dei fatti, che ci ricorda quelle figure mitiche dei monaci guerrieri, i cavalieri Templari, che poveri fratelli di Cristo, avevano affascinato il mondo medievale e tuttora attraggono per i tanti misteri che li avvolgono.

Questo e tanto altro ci offre Valerio Massimo Manfredi, aprendo quella terra che lui scava, sia di fatto, sia in figurato, per svelare la storia e la nostra identità. Lo accogliamo in questa nostra Liguria aspra e severa, che Dante attraversò (vassi in San Leo, discendesi in Noli), forse per raggiungere Parigi. Questo ci ricorda che dobbiamo seguir virtute e canoscenza.
Valerio Massimo Manfredi ci sprona a perseguire ciò che un vero Inquieto non deve mai dimenticare.

Finale Ligure, 6 ottobre 2018

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