Régis Debray
Inquieto ad honorem – Inquieto dell’Anno 2005
L’incessante ed eclettica produzione culturale e scientifica di Régis Debray ed il suo itinerario personale evidenziano un’inquietudine somma e raffinata, tale da consentire al Circolo degli Inquieti di nominarlo di buon grado Inquieto dell’Anno 2005 ed Inquieto ad honorem.
Ricerca culturale e percorso umano, infatti, ben si intrecciano nel nostro Inquieto.
Biografìa e bibliografìa palesano la personalità di un uomo che sa guardare e vivere pienamente il suo tempo e manifestano il carattere di un intellettuale sempre pronto a rimettersi in gioco, a rischiare l’incomprensione a causa di scelte decise, provocatorie, sofferte perché fondate, appunto, sulla coesione tra ricerca culturale ed impegno civile.
Régis Debray non intende solo capire come la storia si presenta nella contemporaneità ma vi vuole lasciare dei segni che la caratterizzino.
I suoi studi – al pari dei suoi articoli o brevi saggi, spesso aspri e corrosivi, e del suo impegno politico, istituzionale o accademico – sono tesi a creare in tranquillità, a smascherare l’apparenza, a disturbare lo spettacolo, a ridare volto alla vita vera.
L’arguzia delle sue analisi fa giustizia di luoghi comuni, cattivo gusto o pensieri dominanti la cui incombenza nella vita quotidiana – specie a causa della crescente interrelazione tra tecnologia culturale e tecnologia politica proprio da Debray smascherata – rischia di corrodere quelle funzioni sociali superiori indispensabili a sostenere Istituzioni e società civile nella loro azione di orientamento dei costumi e della civiltà.
L’approccio di Debray all’Arte, alla Religione, alla Politica, alla Filosofia, alla Letteratura, ci aiuta a ricomporre le funzioni educative delle stesse in un’epoca in cui l’immagine e l’informazione sostituiscono la Memoria e la Riflessione con il ricatto del “tempo reale”.
A noi Inquieti – fragili ricercatori di appigli di conoscenza o di fede – Régis Debray appare come Virgilio “nel gran deserto”, come devoto discepolo di Mnemòsyne.
Per queste ragioni, nominandolo Inquieto dell’Anno, lo invitiamo a proseguire nella Sua provocazione vitale, a spiazzare le nostre certezze, a regalarci nuovi strumenti di interpretazione di noi stessi e della nostra storia e a rappresentare le nostre inquietudini con la Sua coscienza critica in un’Europa incerta sul suo ruolo.
Albissola Marina, Savona, 14 maggio 2006