Doriana Rodino
Scienza, politica e religione: l’intreccio è più che mai fitto ma spesso non è evidente. Eppure ogni giorno leggiamo notizie che a ben vedere rappresentano aspetti di questa complessa rete e l’evoluzionismo è un esempio perfetto.
Crisi economica e cromosoma Y
La crisi economica di questo periodo ha portato alcuni opinionisti a identificarne le origini nel cromosoma Y, quello che determina il sesso maschile. Perché? Sembra che l’aggressività la propensione al rischio siano preponderanti nel comportamento degli uomini, mentre le donne sarebbero più per la stabilità e la sicurezza. O ancora, le donne sono meno portate per la matematica e anche per questo motivo non occupano posti di rilievo nelle facoltà scientifiche. Ma queste idee da dove arrivano? è discriminazione pura e semplice o ci sono basi biologiche supportate da evidenze scientifiche? Se facciamo qualche passo indietro, possiamo trovare una ragione in queste affermazioni nella teoria dell’evoluzionismo di Darwin e nelle successive interpretazioni.
Charles Darwin
Naturalista inglese nato nel 1809, è celebrato quest’anno per il duecentenario della sua nascita e per i 150 anni dalla prima uscita del saggio L’origine delle specie (1859). Alla fine del suo viaggio intorno al mondo sul brigantino Beagle, studia le collezioni raccolte ed elabora una teoria sull’evoluzione delle specie per selezione naturale. Nella prima stesura dell’opera teme le reazioni di Chiesa e Stato e fa solo un lieve accenno all’evoluzione dell’uomo. Ma la “bomba” ormai è lanciata e in seguito alla diffusione del suo libro si aprono le discussioni che coinvolgono scienziati, filosofi e pensatori del suo tempo. Discussioni che si sono protratte fino ai giorni nostri.
Darwin entra nella politica suo malgrado, poiché le sue idee vengono appoggiate, usate e travisate da più parti. Suo cugino Francis Galton, da sempre interessato alle diversità della razza umana e ideatore del procedimento di identificazione tramite impronte digitali, fonda quello che viene chiamato darwinismo sociale: la selezione naturale opera anche tra gli uomini, e suggerisce che i caratteri innati dominano sui caratteri acquisiti, ovvero sull’educazione. Questa teoria in pratica giustifica le diversità tra i vari popoli affermando che vi è una spiegazione biologica al fatto che i “meno adatti” non si evolvano e vengano sopraffatti, anche con metodi violenti, dai popoli “più adatti”. Galton fonda l’eugenetica, che così porta una giustificazione al colonialismo e al nazismo.
USA vs Darwin
Il dibattito si svolge a livello internazionale ormai, anche se la guerra vera e propria si fa sentire di più negli Stati Uniti, dove l’antitesi dell’evoluzionismo, ovvero il creazionismo, trova i più i fervidi seguaci e sostenitori. La battaglia è più che mai mediatica e ogni scusa è buona per tirare in ballo l’origine dell’uomo. Ma il creazionismo americano ha qualche lacuna, tant’è che nasce un movimento più attuale e, soprattutto, con pretese scientifiche: l’intelligent design.
Tra gli eventi che più hanno segnato questo scontro ricordiamo la diatriba sull’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole americane, finita nelle aule di tribunali che, dopo la scomparsa dai programmi di insegnamento, ne hanno decretato nuovamente il reinserimento.
Italia vs Darwin
Come la pensiamo noi? L’ultimo sondaggio che ha chiesto la posizione degli italiani sull’orgine dell’uomo è del 2006 e il risultato è stato che il creazionismo viene appoggiato dal 17%, mentre 4 su 10 sostengono il disegno intelligente e solo un italiano su tre ha piena fiducia nell’evoluzione.
Questi numeri spiegano in parte il nostro “caso Darwin”: è il 2004, e all’uscita dei programmi ministeriali, l’allora ministro Letizia Moratti aveva cancellato le teorie darwiniane dagli insegnamenti scolastici. Bufera, o quasi. Da noi non si arriva in tribunale ma insorge la comunità scientifica e in pochi giorni una petizione partita da esponenti di spicco come Renato Dulbecco, Umberto Veronesi, Luigi Luca Cavalli Sforza ed Edoardo Boncinelli, ha raccolto più di 50.000 firme per far tornare Darwin sui banchi di scuola.
La scienza è sempre più presente nell’agenda politica
Anche l’Italia celebra Darwin con una mostra che ha esordito a Roma, ora è a Milano e si concluderà a Bari. Nei libri di testo si parla molto di evoluzione e non manca la mappa del viaggio che Darwin fece intorno al mondo. La scienza è sempre più presente nell’agenda politica: pensiamo alla bioetica, ai fondi da destinare alla ricerca, o anche solo all’attuale influenza suina che tanto spaventa e alle decisioni che si devono prendere in proposito.