Un bilancio della II Edizione
La rassegna vinicola nazionale di vini da vitigni giunta alla II Edizione ha visto ai nastri di partenza 56 aziende di 12 diverse regioni, che hanno presentato 84 vini, tra rossi, bianchi, rosati e passiti. La selezione, affidata agli specialisti dell’Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino), è stata severa: erano infatti 65 le aziende che si erano proposte, per un totale di 106 etichette. Lo scorso anno le aziende partecipanti erano state 18, in rappresentanza di sette regioni, ed i vini in esposizione erano solo 32.
Le matrici
La Seconda rassegna dei vini da vitigni autoctoni, rari e poco consueti denominata “Vini Inquieti” ha tre matrici, dice Elio Ferraris, Direttore culturale della Festa dell’Inquietudine”:
– ampliare ulteriormente l’area dei contenuti e dei partecipanti alla Festa con un evento che legasse cultura e coltura, la cultura vitis e la cultura animi (Cicerone), come fondamenti della comunità, espressione dell’inquietudine realizzatrice dell’Uomo
– rendere omaggio a Giorgio Gallesio, oltreché con il Premio, con un’iniziativa che riconducesse direttamente alla sua grandiosa opera la Pomona Italiana. In essa si trovano citati e artisticamente illustrati 26 vitigni (Uva Dolcetto di Piemonte, Uva Claretta di Nizza, Uva Berzemino, Uva Trebbiana fiorentina, Uva Crovino, Uva Rossese, Uva Pignola di S. Colombano, Uva Aleatico, Uva Moscadella nera, Uva Barbera, Uva Sangioveto, Uva Picciolito del Friuli, Uva Lagrima dolce, Nebbiolo canavesano o Uva Spana, Uva Canajola, Uva Colorino, Uva Vermentino, Uva di Canetto, Uva Brachetto, Uva Rossana di Nizza, Uva Trifera o di tre Volte, Uva Albarola genovese, Uva Bizzarria, Uva Fuella di Nizza, Uva Salamanna, Uva Barbarossa) ma il lavoro fu interrotto nel 1839 dalla morte del Conte.
– organizzare un evento unico nel contesto italiano. Nella miriade di rassegne enologiche non ne esisteva una che valorizzasse quei vini, provenienti da vitigni sopravvissuti al tempo, recuperati da viticoltori “Inquieti”, testimoni della coltura e della cultura di un territorio.
Coltura e Cultura
E’ un abbinamento che funziona quello tra la Festa dell’Inquietudine, che celebra la sua settima edizione nel prossimo fine settimana nel complesso di Santa Caterina a Finalborgo, e la seconda Rassegna nazionale dei Vini Rari (nonché Inquieti), in calendario nelle stesse giornate a “Ca’ di Nì”, palazzo d’epoca a pochi passi dagli storici chiostri finalesi.
Funziona, l’abbinamento, sia perché collega cultura a coltura, sia perché la spinta iniziale, raccolta dalla Camera di Commercio di Savona e dal Comune di Finale Ligure, è stata del Circolo degli Inquieti, sia per la forza dei numeri.
Requisito richiesto per l’ammissione è che i vini siano prodotti ed etichettati in partite di almeno 300 bottiglie (150 per i passiti), che non siano classificati Docg e che siano prodotti con almeno l’85% di un medesimo vitigno raro.
Dichiarazioni
“Riproponiamo, su basi più ampie, un’Iniziativa di estrema originalità – dice il presidente della Camera di Commercio di Savona, Luciano Pasquale – che esalta le produzioni di nicchia e insolite che sono caratteristiche della Liguria, sia per ragioni dimensionali sia orografiche. Piccoli quantitativi ma rigorosamente autoctoni e di pregio. Questa rassegna, per come si è sviluppata su tutto il territorio nazionale, è sicuramente in grado di promuovere non solo la tipicità territoriale della produzione vitivinicola del Ponente ligure ma anche più in
generale le bottiglie rare dell’intero Paese”.
“L’Onav – aggiunge il direttore generale dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino, Michele Alessandria – organizza prestigiosi concorsi vinicoli ed è legata tradizionalmente al sistema camerale italiano. E’ stato del tutto naturale renderci disponibili a proseguire la collaborazione avviata lo scorso anno, assistendo gli organizzatori sia per la parte tecnica di predisposizione del regolamento di partecipazione sia per le selezioni organolettiche della rassegna. Già ora possiamo esprimere la nostra soddisfazione per il notevole incremento di partecipazione degli espositori, per la scoperta di nuovi vitigni e per l’innalzamento complessivo della qualità delle etichette proposte”.
Vini rari, un po’ inquieti, dai nomi in alcuni casi straordinari e in altri tuttora “ignoti”, in quanto non è stato al momento possibile identificarne il vitigno di origine. Così accanto al vino “Famoso” ci sarà il più modesto “Centesimino”, la Vernaccia nera si confronterà con la Marzemina bianca, il Barutuciat con l’Ucelut, il Nebbiolo di Dronero con la Catalanesca del Monte Somma.
La II Edizione si è svolta da venerdì 16 a domenica 18 maggio. I vini esposti sono stati “ammirati” e sorseggiati ai banchi di degustazione allestiti a Finalborgo, nel palazzo di Ca’ di Nì e nel suo suggestivo giardino alla francese. Le degustazioni a pagamento, a cura di Onav, sono state guidate per favorire presso il consumatore la conoscenza di questi vini particolari, per divulgarne le caratteristiche, le qualità e le possibilità di abbinamento.