Import-export di cultura

La compravendita dei diritti d’autore
Un giro lungo un anno tra le fiere internazionali del libro
(da La Civetta n. 3-2012)

Doriana Rodino

Anche i libri hanno le loro fiere, proprio come quella che si è tenuta a Torino a metà maggio:la 25ma edizione del Salone del Libro che, nonostante la crisi (del settore editoria e del Paese) si è conclusa con un bilancio positivo.

E se il salone di Torino rappresenta l’evento più noto al grande pubblico italiano, si sta cominciando ad affermare anche all’estero, da pochi anni, un evento collaterale: l’International Book Forum. Un padiglione riservato ai cosiddetti operatori del settore, dove non ci sono stand ma solo tavoli e sedie che vengono “affittati” affinché editori e agenti di tutto il mondo si possano incontrare per comprare e vendere, ma in un modo diverso da quello a cui siamo abituati a pensare per un libro: qui si fa la compravendita dei diritti d’autore, ovvero si compra o si vende il diritto a tradurre e pubblicare un’opera in un’altra lingua e in un altro Paese. Infatti, che cosa potrebbe volere un editore tedesco, per esempio, da uno italiano? Semplice: è a caccia di un buon titolo di cui acquistare i diritti per la traduzione e pubblicarlo nel proprio Paese. Un’operazione commercial-culturale, se così si può definire. A questo tipo di fiere infatti, gli editor, che per gli editori lavorano, e gli agenti letterari, che spesso lavorano solo per gli autori, vanno a caccia di libri che sperano possano avere successo anche una volta tradotti.

In Europa

Però l’Italia all’estero è molto più conosciuta per un’altra fiera, quella che si svolge a Bologna, che celebra un libro particolare: quello per i ragazzi. Qui il biglietto costa di più: 25 euro contro i 10 di Torino. Infatti Bologna, nel mese di marzo, rappresenta un polo di attrazione internazionale con la sua Children’s Book Fair, non solo per gli editori ma anche per gli illustratori, che la fanno da padrone nei libri per ragazzi. Qui gli stand sono anche un po’ diversi rispetto a quelli di Torino, dove i libri si comprano per davvero. È una sorta di enorme vetrina dove ogni stand in realtà è chiuso, e si entra solo per appuntamento. Gli incontri si pianificano con mesi di anticipo e si svolgono quasi sempre in inglese. A un primo sguardo si passeggia tra gli stand come in una qualsiasi altra fiera, ma la maggior parte dei libri non è in vendita. O almeno non lo è nel modo in cui siamo abituati a pensare: qui si vendono e si comprano solo i diritti d’autore. E infatti ogni stand è in realtà un mini-ufficio con tavoli e sedie dove discutere di autori e contenuti. Non tutti ma molti  vendono anche le copie al pubblico generico.

In ogni nazione, una volta all’anno si svolgono queste fiere internazionali che diventano un appuntamento immancabile per andare a caccia di best seller. O per provare a vendere i nostri autori italiani all’estero.

Frankfurter buchmesse

La Germania, patria di Gutenberg, non a caso ospita la fiera del libro per eccellenza: ogni ottobre  Francoforte si riempie di editori, agenti, editor, talent scout e quant’altro, tutti raccolti nella grande Buchmesse, una fiera internazionale nel pieno centro della città. L’ingresso per i normali visitatori è limitato al fine settimana (costa 14 euro, 36 per gli operatori del settore), dopo tre intense giornate in cui, dalle 9 alle 19, di mezz’ora in mezz’ora, si susseguono incontri frenetici tra persone di tutto il mondo che cercano di comprare e vendere uno dei prodotti più difficili da definire: il libro.

Il mese di aprile, invece, l’appuntamento è in Gran Bretagna, alla London Book Fair, mentre a marzo ci si incontra in Francia, al Salon du livre di Parigi, ma personalmente non ho ancora avuto l’occasione di visitarle.

Oltreoceano

Lo scorso anno, però, ho avuto la fortuna di partecipare a una fiera internazionale dall’altra parte dell’oceano, in Messico. La Feria Internacional del libro di Guadalajara, giunta anch’essa alla 25ma edizione, ha da pochi anni dedicato una sezione alla compravendita dei diritti e cerca di attirare editori stranieri in America Latina, visto che le possibilità economiche di fare una trasvolata oceanica non sono alla portata di molti sudamericani.

Anche se la fiera internazionale più importante da questa parte del mondo si svolge a New York (è il BEA, Book Export America), le cose interessanti non sono mancate. Anzi, nonostante gli ispanoparlanti in generale (per il Brasile il discorso è un po’ diverso, in quanto è un Paese in crescita) non siano molto esperti negli affari, c’è molto da imparare per quanto riguarda accoglienza, ospitalità e anche organizzazione.

Una nota particolare va all’intensa attività di promozione alla lettura: è chiaro che leggere consenta di ottenere vantaggi in tutti i campi della sfera privata e di conseguenza professionale. Ma per molti non è facile, sia per il costo dei libri, sia soprattutto per la loro difficile reperibilità. Poche biblioteche, poche librerie, escluse le grandi città che però hanno la loro grande o piccola fiera del libro, dove l’ingresso è spesso gratuito (a Guadalajara costava l’equivalente di 2 euro) e i libri sono molto scontati. Perciò molti governi finanziano l’acquisto dei libri scolastici, nonostante questo rappresenti anche una sorta di “censura” non potendo essere i singoli libri adottati dagli insegnanti come avviene da noi, ma debbano essere approvati da un ente appositamente costituito. Questa però è un’altra storia.

 

In questi otto mesi e ventiduemila chilometri, alla fine della fiera (è il caso di dirlo) posso affermare che gli incontri di persona sono sempre fondamentali: molto meglio di una fredda email o di una difficile telefonata (per la lingua o per il fuso orario!). Da trenta minuti di conversazione possono nascere splendide collaborazioni non solo sul piano commerciale ma anche su quello personale, che si spera vengano tradotte, in tutti i sensi, in buoni libri e in ottimi scambi, di cui in questo momento di globalizzazione abbiamo sempre più bisogno per affermare le nostre identità culturali.

Doriana  Rodino, dottore  di  ricerca  in  biologia, specializzata  in  comunicazione  della  scienza  alla Sissa di Trieste, lavora nella redazione di Alpha Test -Sironi  Editore,  Milano,  dove  è  anche  responsabile dell’ufficio  diritti.  Per  lo  stesso  editore  ha  curato “Naturale  è  bello.  La  scienza  dei rimedi  naturali  di bellezza”  e  ha  tradotto  “No  dieta.  Ritrovare  un equilibrio tra benessere e piacere di mangiare”.

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